Disabilità e inclusione: la strada che passa dai diritti
Conoscere per capire
Il 3 dicembre ricorre ogni anno la giornata internazionale delle persone con disabilità. Secondo le Nazioni Unite, quasi un miliardo e mezzo di persone, di cui 87 milioni in Europa, una persona su sei nel mondo, soffre di una forma di disabilità.
Il tema della disabilità è complesso e, per riuscire ad affrontarlo anche solo parzialmente, è necessario capire che non esiste un solo tipo di disabilità ma ce ne sono molte, più o meno visibili. Oltre alla disabilità fisica, stanno ricevendo sempre maggior riconoscimento le disabilità cognitive, quelle legate alla salute mentale e quelle definite “invisibili”, come le malattie croniche. La disabilità, in qualsiasi sua forma, è una realtà intrinseca nella natura umana; quello che può realmente fare la differenza è come la disabilità viene integrata e inclusa nella società.
“Nothing About Us Without Us”, niente su di noi senza di noi. Questo famoso motto del movimento globale per i diritti delle persone con disabilità sottolinea l’importanza imprescindibile della partecipazione, rappresentazione e inclusione affinché le misure, le politiche e le iniziative rivolte alle persone con disabilità siano concepite, sviluppate e attuate insieme e dalle stesse persone con disabilità. È un cambiamento di prospettiva importante, perché la disabilità non è più un problema da sistemare, ma una realtà di vita, piena e complessa come tutte le altre.
Una delle priorità globali nell’agenda della disabilità dell’ONU è proprio l’avanzamento della capacità di leadership, ovvero di guidare e di decidere, delle persone con disabilità. Come farlo? Adottando un approccio inclusivo alla disabilità ogni volta che si deve affrontare un tema di interesse per le persone con disabilità, per esempio attraverso azioni di consultazione, raccolta dati, advocacy.
Iniziative nazionali ed europee
Nel corso degli anni sempre più iniziative, a livello internazionale, europeo e nazionale hanno preso avvio, in un’ottica di inclusione e di avanzamento dei diritti delle persone con disabilità.
Uno dei capisaldi nella legislazione sulla disabilità è la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) che stabilisce standard minimi per i diritti delle persone con disabilità. La CRDP è stata anche la prima convenzione sui diritti umani firmata dall’Unione Europea come contraente.
In Europa il tema della disabilità è chiave, come emerge dai finanziamenti a disposizione (fondi strutturali e programma CERV) ma anche dallo sviluppo di politiche sempre più inclusive, dai trasporti (come il regolamento sui passeggeri con ridotta mobilità) al web ( come la Web Accessibility Directive, che prevede l’obbligo per gli uffici pubblici di rendere i propri siti e le proprie app accessibili) al pacchetto di misure per l’impiego delle persone con disabilità che prevede, fra le altre cose, accessibilità al posto di lavoro e il mantenimento del posto di lavoro per le persone che abbiano malattie croniche o acquisiscano disabilità sul luogo di lavoro.
Per sottolineare l’importanza dell’accessibilità degli spazi per tutti, in particolare per le persone con disabilità, l’Unione Europea ha istituito nel 2010 l’Access City Award, un premio che riconosce e valorizza le città che hanno posto l’accessibilità al centro delle proprie priorità. Una città è accessibile quando, per esempio, sono prese misure perché le persone con disabilità possano prendere autonomamente i mezzi pubblici, usare spazi pubblici come parchi e aree verdi, aver accesso e usare pienamente servizi come le biblioteche, i servizi comunali, le aree sportive. Quest’anno il premio è stato vinto da Vienna.
In Italia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) include, all’interno della Missione 5 “Inclusione e coesione”, l’attuazione della riforma della legge quadro della disabilità, che mira a incentivare l’autonomia delle persone con disabilità attraverso una serie di misure e finanziamenti.
Passi avanti
Nonostante la strada sia ancora molto lunga, grazie a una nuova consapevolezza e una maggiore conoscenza, accompagnate da importanti investimenti, qualcosa sta cambiando in molti settori. Nell’ambito dell’istruzione, sono sempre di più le iniziative dedicate a rendere gli ambienti didattici più inclusivi e adattativi. Analogamente, anche gli ambienti di lavoro si stanno attrezzando, non solo rimuovendo barriere architettoniche ma creando ambienti più accessibili e modalità di lavoro più flessibili.
Un settore chiave che ha contribuito a rappresentare una nuova visione della disabilità è senza dubbio lo sport. Le Paralimpiadi, in particolare, rappresentano un momento fondamentale per celebrare tutte le discipline sportive, dove atleti e atlete con disabilità diverse competono con lo stesso spirito di determinazione e sfida.
Anche la tecnologia contribuisce al cambiamento. Diverse tecnologie, sia mediche che assistive, possono offrire un supporto fondamentale alle persone con disabilità in svariati ambiti della vita quotidiana, dall’istruzione al lavoro, fino alla vita sociale e alla salute. Tuttavia, è fondamentale che queste tecnologie vengano progettate e sviluppate in collaborazione diretta con le persone con disabilità, tenendo conto delle loro esigenze specifiche e della loro esperienza diretta.
Dalla teoria alla pratica
Alcuni progetti ci danno l’esempio di come un approccio più inclusivo e più attento a necessità diverse possa portare non solo a importanti risultati, ma anche ad innovazioni e nuove vie di sviluppo.
È il caso dei progetti VIBE e Beam up, in ambito artistico e museale, finanziati dal programma Europa Creativa, che hanno visto l’elaborazione di programmi di visite a mostre di arte contemporanea accessibili ai non vedenti.
Il Progetto Erasmus + IRENE – Increase the empoweRment of adults and migrants with spEcific learNing disordErs, +, coordinato dall’ente piemontese En.A.I.P., è invece rivolto a adulti e migranti tra i 18 e i 35 anni con difficoltà di apprendimento, spesso scoraggiati nell’apprendere una lingua straniera. Il progetto offre loro un’opportunità, al di fuori dei tradizionali percorsi scolastici, sfruttando tecnologie virtuali e strumenti di realtà digitale per facilitare l’apprendimento.
Sempre in Piemonte, il progetto Moon Climbers, guidato dalla Società Cooperativa Sociale “Il Sogno di una Cosa” O.N.L.U.S. di Collegno (TO), ha offerto a più di 40 adulti con disabilità intellettiva un percorso di accompagnamento verso l’autonomia e autodeterminazione.
O ancora, il progetto Autonomia e Disabilità, realizzato da Fondazione CRC e conclusosi recentemente, è dedicato a promuovere una comunità inclusiva su base provinciale attraverso percorsi di accompagnamento alle famiglie, iniziative formative per gli operatori della rete dei servizi e sperimentazioni a livello territoriale. L’obiettivo principale del progetto è stato favorire azioni per aumentare l’autonomia e la piena inclusione sociale, abitativa, lavorativa e culturale delle persone con disabilità.
È importante ricordare anche il Buono Servizi Lavoro per le persone con disabilità messo a disposizione da Regione Piemonte. Il buono permette alle persone con disabilità di essere accompagnate da un esperto nella ricerca di un impiego, e alle aziende di usufruire di incentivi per l’inserimento lavorativo.
La via per l’inclusione è ancora lunga, ma solo un dialogo aperto e costruttivo sulla disabilità potrà portare ad un vero cambiamento e a nuove soluzioni, politiche e iniziative efficaci, inclusive e capaci di migliorare concretamente la qualità della vita delle persone, con o senza disabilità.
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