Un bicchiere di latte per diagnosticare l’IBR
Sono stati presentati pubblicamente gli esiti del progetto di ricerca “Sorveglianza sanitaria per IBR applicabile su pool di latte/siero”, sostenuto dalla Fondazione CRC nell’ambito del Bando Ricerca Scientifica 2014.
L’ IBR (rinotracheite infettiva bovina) è una malattia virale e contagiosa del bovino, cha causa notevoli perdite economiche nel comparto zootecnico sia da latte sia da carne. La diagnosi dell’IBR si basa su un test di laboratorio che prevede l’utilizzo di sangue individuale, prelevato da ciascun animale, determinando un enorme investimento in termini logistici ed economici. Il progetto ha testato sul campo un nuovo metodo di laboratorio alternativo, arrivando a stabilire che il controllo della malattia nei bovini da latte potrebbe basarsi sull’utilizzo del latte di massa, cioè un campione rappresentativo dell’intero latte ottenuto in una azienda, con conseguente risparmio di risorse.
Il nuovo protocollo consente di diagnosticare l’IBR contemporaneamente in 40 animali, partendo da un singolo campione di latte di massa. Da quando la fase di sviluppo del protocollo diagnostico si è conclusa e si è entrati nell’applicazione di routine, l’analisi su 3mila campioni di latte ha sostituito l’analisi su oltre 90mila campioni di sangue.
L’iniziativa è stata realizzata attraverso l’azione integrata di Associazione Regionale Allevatori Piemonte (ARAP), Azienda Sanitaria Locale Cuneo 1 (ASLCN1), Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Veterinarie. Coordinata dal professor Sergio Rosati (Università) con il dottor Roberto Facelli per l’ARAP, il dott. Andreino Ponzo per ASL CN1 e la dottoressa Elena Careddu per conto dello Zooprofilattico sezione di Cuneo.
“Una piccola parte del latte campionato per i controlli funzionali – spiega il dottor Facelli – è servita per allestire pool di latte successivamente testati per IBR con nuovi metodi di analisi sviluppati dal Dipartimento di Scienze Veterinarie. I risultati ottenuti sono stati confrontati con le analisi ufficiali ed illustrati in varie sedi scientifiche nazionali ed estere suscitando grande interesse”.
“Oggi il metodo sul latte di massa utilizzato nel progetto di ricerca è diventato ufficiale – conclude Sergio Rosati, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie – e le autorità sanitarie regionali lo hanno adottato su tutto il territorio piemontese. Un grande risultato nato dalla sinergia tra allevatori, enti pubblici e privati”.
La giornata si è conclusa con la consegna agli allevatori che hanno partecipato alla sperimentazione degli attestati di riconoscimento per l’adesione offerta. (Sfoglia la gallery)
“Questo progetto, che ha visto una partecipazione attiva di professionisti e aziende permettendo di individuare nuove strade da percorrere nella fase di diagnosi dell’IBR, è un’iniziativa che testimonia l’importanza di creare una rete tra gli enti di ricerca e il territorio per individuare soluzioni che possano avere una ricaduta importante e diretta sul tessuto economico locale” commenta Michelangelo Pellegrino, Consigliere di Amministrazione della Fondazione CRC, intervenuto alla presentazione.
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