GrandUPStory: Humus una rete territoriale di imprese che mettono in condivisione manodopera, mezzi e idee
Continua il nostro ciclo di interviste che ci porterà a conoscere da vicino le persone e i progetti che sono stati ammessi a Design Your Impact, la seconda fase di GrandUP!, il progetto di accelerazione di impresa a impatto sociale per la provincia di Cuneo, realizzato dalla Fondazione CRC insieme a SocialFare, in collaborazione con le principali associazioni di categoria. Oggi vi presentiamo il team di Humus!
Avete a disposizione lo spazio di un tweet (280 caratteri), in cosa consiste il vostro progetto?
“È una rete territoriale di imprese che mettono in condivisione manodopera, mezzi e idee di sviluppo sostenibile per rintegrare migranti e soggetti locali, creando nuove opportunità lavorative e formative”
🎨 Il progetto raccontato da un’immagine: il nostro logo che ci piace un sacco!
🎧 Il progetto raccontato con una canzone: Todo Cambia – Mercedes Sosa
Quale problema avete riscontrato in provincia di Cuneo e come volete provare a risolverlo?
“Siamo partiti da un incontro: l’associazione Micò e la banda Valle Grana. Micò lavora per l’integrazione dei migranti e la banda è una rete di aziende agricole che vogliono valorizzare la valle in cui vivono creando occasioni di sviluppo economico comunitario. Ci siamo uniti perché pensiamo che i piccoli attori economici di un territorio possano creare lavoro e integrazione se uniscono le lore forze e cominciano e lavorare in rete. Da qui nasce Humus!”.
Come è nata l’idea?
“Una mattina eravamo insieme a casa di Elena e stavamo disegnando tutte le mappe delle diverse idee che avevamo in testa. Avevamo tutte le mappe davanti ai nostri occhi e a un certo punto si sente un urlo: eccola!
La rete degli agricoltori avrebbe creato lavoro sui territori per i migranti e gli abitanti della valle senza costringere gli uni a passare dal caporalato e gli altri ad abbandonare le valli. Humus poteva diventare un modello replicabile”
Chi c’è dietro al progetto? Presentateci il vostro team!
“Claudio è un antropologo malato di curiosità. Gli piace sperimentare e conoscere e non smette mai di portare nuove idee.
Elena è una psicologa molto idealista. È bravissima nel mettere insieme le idee altrui e nel portare avanti come un treno tutti i progetti di Micò!
Pierre viene dalla Francia e si è innamorato della Valle Grana. Ha lavorato come cooperante per alcuni anni e ora si è lanciato nell’agricoltura bio. La sua bioetik è l’anima commerciale del gruppo.
Ivo è molto concreto e ci aiuta a mettere chiarezza. Quando ci troviamo al suo ostal cominciano le nostre infinite chiacchierate.
Luca è un cittadino che ha abbandonato Torino e il sociale per dedicarsi all’agricoltura bio. È molto allegro ma sa anche lavorare come un mulo.
Davide è il saggio… i suoi interventi sono sempre pacati e illuminanti”.
A che punto è il vostro progetto?
“Abbiamo attivato un primo corso di formazione agricola bio in Valle Grana e stanno per partire i primi campi di prova. Stiamo lavorando per concretizzare il contratto di rete tra le aziende agricole e abbiamo nuovamente aperto lo sportello lavoro in valle. Vorremmo lavorare per creare una rete informatica che permetta un funzionamento della rete più fluido e che sia estendibile anche ad altre valli”.
Qual è l’impatto sociale che vorreste generare?
“In ogni valle attorno a cuneo saranno attive delle reti territoriali di imprese che collaborano per creare nuovo lavoro e idee di sviluppo comunitario. Come conseguenza i migranti rimangono sul territorio e altri cittadini ripopolano le valli che diventano luoghi di scambio e di innovazione sociale ed economica”.
Chi vuole sapere qualcosa di più sul vostro progetto dove può trovarvi on-line e off-line?
“Ci trovate sulla pagina Facebook di Micò: https://www.facebook.com/micoaps/ o ai numeri di Claudio: 328.8917418 ed Elena: 340.1550604
C’è qualcosa che volete aggiungere?
“Le valli alpine sono l’occasione per sperimentare nuove forme di collaborazione che possano ricreare quelle comunita’ che l’individualismo ha minato. La tecnologia puo’ aiutare a creare e vivere le reti di scambio necessarie per i territori e la contaminazione tra sociale e attori economici diventa essenziale per uno sviluppo sostenibile. Con humus ci vogliamo provare!”.
Vuoi saperne di più del progetto GrandUP! Ti aspettiamo su: http://www.grandup.org
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