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Cultura e Patrimonio: radici del passato, risorse per il futuro

Cultura e Patrimonio: radici del passato, risorse per il futuro

In un Paese come l’Italia, che vanta più siti UNESCO riconosciuti come patrimonio dell’umanità, è facile dare per scontato un patrimonio naturalistico, artistico, e culturale così ampio. Eppure, a ricordarci quanto sia prezioso e fragile, ci viene in aiuto l’inglese. La parola “heritage”, traduzione di “patrimonio”, racchiude perfettamente l’idea di un’eredità ricevuta dal passato, che richiede cura e attenzione per continuare a essere preservata, apprezzata e tramandata alle generazioni future.

Le giornate del patrimonio europeo: porte aperte alla storia condivisa 

Un richiamo particolare all’importanza del patrimonio arriva ogni anno in occasione delle giornate europee del patrimonio.  Queste giornate, nate per iniziativa congiunta dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, coinvolgono più di 50 Paesi e si svolgono ogni anno a settembre.

Nelle giornate del Patrimonio si aprono le porte di migliaia di musei, siti storici e culturali, molti dei quali restano chiusi durante l’anno, permettendo alla popolazione di visitarli gratuitamente.

In ogni Paese, enti regionali e locali, pubblici e privati, organizzano una serie di attività intorno ai siti aperti alla visita, con l’opportunità di aderire ad un tema comune deciso anno per anno. Il tema del 2025 sarà l’architettura.  Negli anni precedenti, i temi sono state le strade, le reti e le connessioni (2024), il patrimonio che vive (2023), la sostenibilità (2022).

L’impegno dell’Europa per la cultura

Nonostante l’ambito culturale resti principalmente una competenza dei singoli Stati membri dell’Unione Europea (UE), le istituzioni europee sono impegnate a promuovere una serie di iniziative e programmi di finanziamento che sostengono e rafforzano il settore culturale e tutti gli altri ambiti trasversalmente interessati (ricerca, innovazione, sostenibilità, occupazione).

Oltre alle giornate del patrimonio, l’UE finanzia numerosi progetti tramite il programma  Europa Creativa ma anche Horizon EuropeErasmus+Citizens, Equality, Rights and Values (CERV)  e la politica di coesione.

L’Italia e il PNRR : un motore di sviluppo per le attività culturali

Oltre alle molte opportunità di finanziamento europee, negli ultimi anni il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è diventato uno degli strumenti più importanti per gli investimenti nel settore culturale.

Oltre agli investimenti nella digitalizzazione della cultura, allo scopo di rendere le attività culturali più fruibili, e di creare nuovi servizi nell’ambito culturale e creativo, circa tre miliardi di euro sono stati allocati alla rigenerazione dei piccoli siti culturali, di patrimonio culturale religioso e rurale.

A fronte di località e città più grandi più intensamente visitate, altri luoghi, di grande valore storico, culturale e naturali, restano fuori dai circuiti turistici. I fondi del PNRR in questo senso possono non solo aiutare a rafforzare l’attrattività di questi luoghi più “nascosti”, ma anche a contrastare lo spopolamento e favorire la conservazione del paesaggio e delle tradizioni locali.

In questa linea si situano le misure dedicate ai borghi italiani, volti a sostenere progetti di rigenerazione culturale, sociale ed economica dei territori.

È possibile fare un approfondimento sulle misure e sui progetti finanziati sul sito del Ministero della cultura, sezione PNRR e sul portale nazionale del PNRR.

Nel nostro territorio

Secondo i dati del Centro Studi della Fondazione CRC[1], con il PNRR sono stati allocati, a livello nazionale, circa 6,5 miliardi di euro alla componente Turismo e Cultura 4.0, all’interno della Missione 1 (digitalizzazione innovazione, competitività, cultura e turismo).

In questo ambito, la provincia di Cuneo ha ottenuto complessivamente 65 milioni di euro, pari a quasi il 5% dei fondi PNRR provinciali, una percentuale nettamente superiore all’1% registrato a livello regionale e al 3,4% nazionale. In Piemonte, la provincia di Cu

neo si posiziona seconda solo alla provincia di Torino, che ha pianificato interventi per un totale di 74 milioni di euro.

Ciò che caratterizza la distribuzione dei fondi in provincia di Cuneo è la netta prevalenza degli investimenti al di fuori dei principali centri urbani: le cosiddette “7 sorelle” (città con oltre 15.000 abitanti) hanno attratto poco più di 5 milioni di euro, mentre il resto del territorio ha presentato progetti per circa 60 milioni.

Un elemento di rilievo è rappresentato dai 20 milioni di euro destinati al comune di Elva nell’ambito della misura per l’attrattività dei borghi, a cui si aggiungono altri 15 milioni assegnati ad altri comuni della Granda.

Un’altra misura significativa riguarda la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, con investimenti pari a 16 milioni di euro.

Fra i molti progetti, è possibile individuare quelli dedicati ai parchi e giardini storici, come la riqualificazione del giardino della casa del custode a palazzo Galvagno, nel comune di Marene, o i lavori di restauro nel complesso monumentale del castello e parco di Racconigi.

O ancora, i progetti finanziati con la misura “attrattività dei borghi”, come il Comune di Celle di Macra che ha messo in atto un progetto di rigenerazione culturale e sociale di alcune aree particolari e di elevato valore culturale.

Nonostante alcuni rallentamenti amministrativi, l’ampia disponibilità di risorse finanziarie ha già permesso l’avvio di numerosi progetti che mirano a valorizzare il patrimonio culturale e a rilanciare l’economia locale.

Un’opportunità da non perdere

Questi interventi, a livello nazionale ed europeo, rappresentano un’opportunità straordinaria per i territori, non solo in termini di preservazione e rilancio del patrimonio naturale, artistico e storico, ma anche come strumento per avviare nuove attività commerciali e nuove occasioni di sviluppo economico, rafforzando anche il tessuto sociale.

La (ri)scoperta di borghi, località e musei, e la partecipazione di più attori (pubblici, privati, associazioni, fra gli altri) può portare a un incremento di un turismo più consapevole, più differenziato e più attento alle peculiarità di ogni territorio.

 

[1] Elaborazione Ufficio Studi e Ricerche su dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri https://www.italiadomani.gov.it/.

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