Le potenzialità dei dati per organizzazioni, imprese, PA, Terzo Settore
La Fondazione CRC, nell’agenda di ricerca 2021, ha supportato il territorio e i suoi attori locali con un approfondimento sull’innovazione di processo che vede al centro i dati, il loro utilizzo e la loro condivisione come strumenti di sviluppo territoriale. Il lavoro, promosso dall’Ufficio Studi e Ricerche in collaborazione con il Consorzio TOP-IX e la Fondazione Openpolis, ha prodotto una pubblicazione che restituisce una mappatura degli Open Data presenti in provincia di Cuneo e una ricognizione di alcune esigenze locali, sulle quali intervenire per promuovere un maggior utilizzo di dati per analisi e monitoraggio. Tra le esigenze più urgenti sono emerse: uno spazio di disseminazione culturale, la conoscenza di casi studio e momenti d’interazione territoriale tra realtà eterogenee.
A partire dagli stimoli della pubblicazione, Fondazione CRC insieme al Consorzio TOP-IX e alla Fondazione Openpolis ha quindi realizzato nel 2022 i laboratori d’innovazione Share Your Data per sensibilizzare i partecipanti sull’uso e la valorizzazione dei dati, così come sulla condivisione di buone pratiche e strategie di innovazione.
Cosa abbiamo imparato durante i laboratori di SHARE YOUR DATA?
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Open Data per il Terzo Settore
Per gli enti del Terzo Settore, il laboratorio ha messo a disposizione alcuni materiali di lavoro. In primis, una ricognizione sull’importanza dei dati che gli enti nella loro attività quotidianamente producono e del contributo che possono portare per arricchire dati di terze parti (Presentazione TOP-IX). Fabio Fraticelli di TechSoup ha sottolineato proprio questo nella sua testimonianza riguardante il lancio dell’applicazione ‘ABA’ (analisi Applicata del Comportamento dei bambini) che offre la possibilità, non solo agli assistenti ma anche ai familiari, di inserire informazioni in ottica collaborativa. Silvia Pochettino di ImpactSkills ha invece condiviso la sua esperienza nel superare le barriere alla transizione digitale tanto in aree di deprivazione tecnologica quanto nel nostro contesto quotidiano. Katia Scannavini di ActionAid ha posto invece l’accento sui destinatari dei progetti e sull’opportunità di poter rivendicare i propri diritti facendo richiesta, eventualmente in partenariato, dei dati necessari. Qui la sua presentazione. Infine Cristiano Giovando di Humanitarian OpenStreetMap Team ha raccontato l’esperienza di un team internazionale che, attraverso la mappatura aperta e collaborativa, riesce a contribuire attivamente allo sviluppo territoriale e a intervenire prontamente in caso di catastrofi naturali e disastri umanitari.
Open Data per la Pubblica Amministrazione
Per gli enti della Pubblica Amministrazione, Angela Appendino di CSI Piemonte ha presentato la strategia piemontese in materia di dati aperti. In tal senso CSI Piemonte mette a disposizione una serie importante di strumenti, tra cui Yucca, mirati a sviluppare non solo l’ecosistema dati del territorio ma anche l’attivazione di nuovi servizi destinati ai cittadini. Andrea Borruso di OnData ha raccontato il percorso della sua Associazione dove l’interlocuzione costante tra le parti ha permesso di liberare dati preziosi, in particolare con l’iniziativa nazionale Dati Bene Comune. Emblematico il caso della Protezione Civile che proprio a seguito di uno stimolo puntuale ha creato uno spazio dove pubblicare i dati legati alla pandemia e raccogliere le segnalazioni dei cittadini. Pier Angelo Mariani ha poi fornito alcuni esempi pratici di come il Comune di Cuneo ha utilizzato i dati per prendere decisioni mirate, rendendo i servizi al cittadino più efficienti dal punto di vista economico ed organizzativo. Alcune interessanti storie che mostrano come la “gestione dei dati” debba prima di tutto essere sentita come un bisogno interno. Alessio Dragoni di Sciamlab ha portato il punto di vista di un’azienda che da 9 anni lavora a stretto contatto con Pubbliche Amministrazioni ed aziende per valorizzare il patrimonio informativo digitale. Con le sue parole appare quanto mai chiara l’evoluzione del movimento Open Data e come il focus sia oggi su parole chiave quali: ecosistema, condivisione, riuso mirato. Grazie al contributo di Vincenzo Smaldore (Openpolis) sono state infine toccate con mano alcune delle esperienze più rilevanti a livello italiano. Il Comune di Bologna in tal senso è una delle buone pratiche più significative: un portale costruito ad hoc consente infatti non solo di scaricare tutti i dati in formato aperto, consultando rapidamente gli aggiornamenti più recenti, ma anche, attraverso una sezione apposita (“Storie di dati”), di rendere i dati un oggetto concreto, esplorabile con mappe, classifiche, andamenti tali da evidenziare le peculiarità e le problematiche del territorio (ad esempio con un focus sulle scuole di quartiere e le fragilità sociali).
Open Data per le Imprese
Nell’incontro con le imprese, dopo la presentazione introduttiva di TOP-IX, Federico Morando, CEO e fondatore di Synapta (riconosciuta da EU Data Portal come Best Practice Italiana nel 2018 nel riutilizzo dei dati pubblici) si è concentrato sulla piattaforma contrattipubblici.org, uno dei casi più emblematici di come dai dati aperti rilasciati dalle PA, per fini amministrativi e di trasparenza, sia possibile generare un vantaggio competitivo e quindi del valore economico nel settore privato. In scia, rimanendo sul tema di “come monetizzare i dati?” Paolo Raineri – oggi Innovation and Services manager in Novartis – ha portato esempi concreti basati sulla sua esperienza in startup e realtà corporate nei quali è emerso che “vendere i dati” è l’opzione più difficile, a differenza di quello che molti potrebbero pensare! In un panel tutto locale si sono poi confrontati Franco Deregibus – Confindustria Cuneo, Ibrahim Osmani – Origosat (presentazione qui) e Osvaldo Mauro – Profiter (presentazione qui). Tanti gli spunti emersi: dal peccato iniziale del Piano Nazionale Industria 4.0 (ossia aver puntato sulle tecnologie e non sui dati) alla tracciabilità e l’affidabilità dei dati come proposizione di valore in molteplici campi fino alla condivisione dell’esperienza di una giovane startup cuneese ed ai suoi sforzi per creare una community a livello locale (unisciti al gruppo Telegram AI Cuneo). Giulia Giussani ha infine concluso il pomeriggio di lavori con un focus sulla strategia europea in materia di dati ed un’introduzione all’operato dell’organizzazione non profit da lei rappresentata (IDSA – International Data Space Association) che si inserisce a pieno titolo nel panorama delle iniziative supportate dall’Unione Europea in materia di dati e infrastrutture federate (tra cui vanno menzionate anche BDVA e Gaia-X, entrambe con molti player italiani al loro interno).
Risorse utili per mettere mano ai dati
1. La tua organizzazione sta risolvendo il problema “giusto”?
Porsi le domande corrette permette di non sprecare tempo e risorse, concentrandosi su soluzioni realmente attuabili ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo. In questo articolo di HBR, Innocentive racconta la sua esperienza e sintetizza in 4 passi il processo di “challenge-driven innovation”. Qui invece uno strumento ideato da Nesta UK per la definizione del problema con cui puoi misurarti. Le risorse sono in inglese ma qui abbiamo inserito una traduzione in italiano dei concetti chiave.
Se le barriere tecnologiche all’adozione di modelli aziendali data-driven si sono ridotte notevolmente negli ultimi anni, perché il tasso di fallimento dei progetti sui dati è ancora così elevato (fino all’80% secondo uno studio della società Gartner)?
I dati sono fondamentali ma a far la vera differenza è spesso la presenza di una forte cultura del dato all’interno dell’azienda. Ecco allora alcune indicazioni su come rendere la tua attività (realmente) guidata dai dati.
Sullo stesso tema, si consiglia inoltre la lettura di “La Cultura del dato | Strategie e strumenti per il futuro delle organizzazioni” scritto da S. Gatti e A. Danese, di cui puoi trovare un’anteprima dei contenuti qui o leggere di più sul blog dedicato.
2. Come introdurre la tua attività nel business dei dati? E come poter sfruttare la Data Economy per far crescere la tua impresa?
Si parla spesso di aziende di successo in ambito innovativo o tecnologico ma meno di attività basate interamente sui dati. Eppure le aziende più competitive sono quelle dove i dati giocano un ruolo fondamentale nella costruzione del valore. Ecco allora 6 verità che devi approfondire per comprendere come posizionare la tua attività nel business dei dati”. Trovi l’articolo completo e originale redatto da Abraham Thomas (con tanto di grafici ed esempi) qui.
Per avere uno stato dell’arte sulla tematica nel contesto italiano, qui uno studio che mette in evidenza il potenziale della Data Economy e il suo ruolo nella crescita del Paese, con un particolare focus sulle tecnologie abilitanti quali Cloud e Data Analytics. Infine, conoscevi il corso di Paolo Raineri (panelist nella 3° giornata del laboratorio) su Data Monetization?
3. Quale strumento posso utilizzare per strutturare la mia strategia di valorizzazione dei miei dati?
Parte del team di TOP-IX ha realizzato e progettato il Data Ring, uno strumento pratico sviluppato con l’intento di aiutare un team di lavoro o un singolo progettista a mappare le componenti essenziali per la buona riuscita di un progetto data-driven.
Può essere utilizzato prima, dopo e durante la realizzazione di un progetto basato sui dati. È rilasciato in licenza Creative Commons ed è quindi consentito l’utilizzo ma anche la modifica e l’adattamento ai propri scopi.
Il Data Ring non ti soddisfa? Prova a guardare anche la metodologia CRISP-DM, probabilmente l’approccio più rinomato ai progetti di Data Mining.
1. Cosa si intende per Digital Transformation
e quali sono gli impatti sulla nostra vita quotidiana e sulle dinamiche di sviluppo globale? L’evoluzione rapidissima delle tecnologie digitali sostiene o ostacola il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite per il 2030?
Questo ebook prodotto da ONG2.0 prova a dare una risposta e fornisce metodologie e strumenti pronti all’uso per affrontare tematiche complesse quali disuguaglianza, migrazioni, economia circolare e pregiudizi, in modo semplice e divertente in classe o con gruppi di giovani.
2. Cosa vuol dire essere cittadini digitali? Come ottenere l’identità digitale?
Come interagire telematicamente con la Pubblica Amministrazione?
La Guida dei diritti digitali di AgiD ha l’obiettivo di informare il cittadino su strumenti e servizi digitali disponibili della Pubblica Amministrazione e fornire una panoramica sulle norme che regolano e tutelano i diritti digitali. Si tratta di una risorsa preziosa che dovrebbe trovare spazio sui siti di tutte le PA.
1. I dati geospaziali sono un’incredibile fonte di informazioni.
Ivan Gayton, Senior Humanitarian Advisor di HOT, ci insegna come “essere tracciati su una mappa, in molti casi è sinonimo di poter affermare i propri diritti.”
Qui un tutorial su come cercare e scaricare dati da OpenStreetMap e più in generale su come utilizzare i dati QGIS.
Qui il Rapporto Cuneo 2021 della Camera di Commercio di Cuneo che mostra alcuni dati visualizzati con OpenStreetMap (a pagina 62).
1. A proposito di Yucca…
La Smart Data Platform della Regione Piemonte rappresenta un fiore all’occhiello ed una best practice di altissimo valore a livello internazionale. Si tratta di un sistema che aggrega dati provenienti dall’Internet delle Cose (telecamere, sensori, centraline meteo) e dati pubblici e privati. Yucca consente la condivisione selettiva delle informazioni raccolte e l’elaborazione in real-time con strumenti evoluti di data analysis ed infine supporta l’esposizione delle informazioni (dati e metadati) via API (Application Programming Interface).
La documentazione è esaustiva e ben curata e qui trovi un tutorial per iniziare ad interagire con la piattaforma. Il codice sorgente è interamente disponibile su Github.
2. Sei una PA piemontese e vuoi aderire all’iniziativa “Ecosistema regionale dei dati aperti”?
Per iniziare a pubblicare dati sul portale dati.piemonte.it è necessario innanzitutto esprimere formalmente l’intenzione di adesione al progetto attraverso una delibera (qui un modello pronto all’uso) da inviare a opendata@csi.it.
Una volta inviata, riceverai indicazioni di accesso alla piattaforma Yucca e supporto per gestire i tuoi dati in un’area dedicata e personalizzata. Leggi qui la procedura di adesione e le linee guida dedicate.
Per i comuni che hanno prima di tutto bisogno di rafforzare le proprie competenze è prevista anche un’attività laboratoriale della Regione Piemonte chiamata “IoComune”, finalizzata a favorire la crescita digitale dei territori e incrementare lo sviluppo di una data economy da parte dei soggetti produttivi e della PA. Maggiori informazioni qui.
3. Che cosa si intende, in pratica, per Data Space?
Al momento tra le risorse più complete troviamo proprio il sito di IDSA – International Data Space Association che propone:
- un vero e proprio radar per tracciare le esperienze sul tema in essere;
- una ricca pagina di documentazione e white papers;
- un repository su github con componenti software già sviluppate e “pronte all’uso”
Forse non sai che…
(ultimo aggiornamento 2023)
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Esiste un osservatorio civico creato per monitorare la qualità e l’inclusività del processo decisionale di costruzione del PNRR e seguire lo stato dei progetti.
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L’iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali (IATI) mette a disposizione due portali online per accedere ed esplorare i dati delle oltre 1 milione di attività umanitarie che ne fanno parte.
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Il protocollo d’intesa “PA 110 e lode” firmato il 7 ottobre 2021 consente a tutti i dipendenti pubblici che lo vorranno di usufruire di un incentivo per l’accesso all’istruzione terziaria (corsi di laurea, corsi di specializzazione e master) con l’obiettivo di acquisire e portare nuove competenze all’interno della PA.
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Lo European Data Portal, un portale lanciato dalla Commissione Europea, rilascia l’Open Data Maturity Report, il consueto studio annuale che misura attraverso l’utilizzo di una serie di indicatori (i.e Politiche, Portali, Impatto e Qualità) lo stato di maturità dell’ecosistema dei dati aperti in tutti gli Stati Membri. Qui vedrai l’andamento dell’Italia nel 2022 e nel 2021, invece qui un focus sul Piemonte nel 2020.
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Developers Italia ha pubblicato su Docs Italia la versione completa della Guida allo sviluppo e gestione di software libero, un documento pubblico che insegna come utilizzare, sviluppare e gestire correttamente il software libero nella sfera pubblica.
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Per capire il livello di digitalizzazione interno all’impresa, i Punti di Impresa Digitale, l’iniziativa delle Camere di Commercio e di Unioncamere a supporto della digitalizzazione delle imprese, hanno progettato e sviluppato due strumenti di assessment digitale: SELFI4.0 (richieste le credenziali PID) e ZOOM4.0. Trovi queste e altre informazioni dedicate ai Percorsi d’Impresa 4.0 sul sito della Camera di Commercio di Cuneo.
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Qual è lo stato di maturità dei dati a livello globale? Sapevi che esiste un barometro globale dei dati, un progetto collaborativo che mira a valutare la disponibilità, la governance, la capacità e l’utilizzo dei dati in tutto il mondo in relazione a questioni urgenti della società.
Vocabolario
Si tratta dell’adozione da parte dei titolari e responsabili di comportamenti proattivi tali da dimostrare la concreta adozione di misure finalizzate ad assicurare la corretta applicazione dei regolamenti.
In particolare se ne parla all’art. 23-25 e l’intero Capo IV del GDPR, ma “accountability” è anche uno dei principi cardine degli Orientamenti Etici dell’Unione Europea in materia di Intelligenza Artificiale.
Il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), all’articolo 60, identifica ed esplicita le basi dati di interesse nazionale. Si tratta dell’insieme delle informazioni raccolte e gestite digitalmente dalle PA, omogenee per tipologia e contenuto e la cui conoscenza è rilevante per lo svolgimento delle funzioni istituzionali delle altre pubbliche amministrazioni, per fini statistici e non solo.
Con il termine “bias” si intende la differenza tra teoria e realtà. La realtà che leggiamo nei dati è infatti tutt’altro che oggettiva ed è – più spesso di quanto immaginiamo – influenzata da fattori metodologici o cognitivi che ne possono distorcere il significato: il modo in cui raccogliamo i dati, li prepariamo, la prospettiva dell’analista spesso hanno un impatto profondo sul tipo di risultato finale. E tu, quanti tipi di Bias conosci? Siamo certi che in questa lista (con annessa traduzione in italiano) troverai sicuramente qualche distorsione di cui non eri al corrente.
La parola significa letteralmente “canovaccio, tela”; si tratta quindi di un semplice foglio bianco diviso in sezioni, in cui poter visualizzare gli elementi chiave che definiscono una strategia operativa.
Il Canvas più celebre è sicuramente il Business Model Canvas (qui un link di approfondimento direttamente dei suoi fondatori: Strategyzer.com). Il Business Model Canvas è strutturato in nove blocchi e consente sia di descrivere modelli d’impresa sia di rendere visibili le potenziali interconnessioni dei diversi elementi che lo costituiscono.
È uno dei concetti più innovativi che compare nel Data Governance Act, la proposta di testo sulla governance dei dati della Commissione Europea approvata in via provvisoria il 30 novembre 2021 Per Data Altruism si intende il consenso all’utilizzo di dati personali (e non) per ragioni di interesse generale come ricerche scientifiche o miglioramenti di servizi pubblici ed apre la strada a nuovi scenari di utilizzo dei dati per fini filantropici ed impatto sociale.
Conosci la differenza fra Data Governance Act e Data Act?
La puoi approfondire in questo articolo (in inglese e italiano) scritto dal team TOP-IX.
La Data Quality è il fondamento su cui poggia l’essenza del processo decisionale data-driven. Sul sito di Synapta o meglio del loro servizio “contratti pubblici” troviamo un’utile descrizione e il dettaglio delle metriche necessarie per misurare la qualità dei dati.
Qui invece l’intervento di Origosat, azienda italiana che opera nel campo della tecnologia anti-spoofing dei segnali satellitari, per comprendere l’importanza di trattare dati di qualità.
È errato pensare al Data Space come uno spazio fisico di archiviazione.
Il termine coniato dalla Commissione Europea indica infatti un modello architetturale che permette una facile condivisione e interoperabilità tra dati, in contesti settoriali e intersettoriali, senza ricorrere alla necessità di una centralizzazione dei dati e provando così a risolvere gli ostacoli di ordine giuridico e di governance.
Qui per approfondire in un post redatto dal collettivo di Data Valley, qui invece per approfondire il concetto con le slide di Giulia Giussani, Digital Innovation Manager di IDSA e ospite durante il 2° incontro del laboratorio.
È una figura tecnica responsabile dei dati che, laddove prevista, all’interno delle organizzazioni, pubbliche amministrazioni e aziende, ha tipicamente il ruolo di identificare le opportunità di condivisione e di definire strategie che traducano la gestione e il riutilizzo dei dati in valore tangibile e duraturo.
In un futuro in cui le pratiche di “data sharing” saranno sempre più centrali, il ruolo dei Data Steward acquisirà ancora più valore ed importanza.
In questo video, puoi trovare una bella panoramica sull’argomento, mentre nella ricerca “Open Your Data” svolta lo scorso anno se ne è parlato a pagina 59.
È una metodologia di Problem Solving sviluppata all’università di Stanford. Consiste in un approccio all’innovazione che poggia le sue fondamenta sulla capacità di risolvere problemi complessi utilizzando una visione e una gestione creative.
In origine, il Design Thinking era più che altro un approccio all’innovazione adottato da agenzie e studi di design. Oggi invece la sua diffusione sta permeando in settori molto diversi (qui per approfondire).
È una figura prevista dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) a garanzia dei diritti digitali di cittadini e imprese. Raccoglie le segnalazioni relative alle presunte violazioni ed in caso di contestazione sulla dichiarazione di accessibilità o di esito insoddisfacente del monitoraggio, decide in merito alla corretta attuazione della legge sull’accessibilità agli strumenti informatici.
Puoi approfondire sul sito dell’AGID.
Uno degli strumenti più utili per l’accesso a dati e informazioni detenute dalla pubblica amministrazione è offerto dal diritto di accesso civico generalizzato. Questo principio è stato introdotto nell’ordinamento italiano nel 2016, con una modifica all’articolo 5 del decreto trasparenza.
In sintesi, stabilisce il diritto del cittadino e delle associazioni a richiedere alla pubblica amministrazione dati e documenti già esistenti, senza dover dimostrare l’esistenza di un interesse attuale e concreto né di dover motivare esplicitamente la richiesta.
Puoi approfondire qui grazie ad Openpolis.
È il regolamento generale sulla protezioni dei dati.
Rappresenta, in chiave positiva, un grande passo avanti nella protezione dei dati e nel controllo da parte degli utenti, nonché un imponente strumento di tutela dei diritti del singolo individuo.
Al di là del timore per le sanzioni, va inteso come un’importante azione nella strategia europea in materia di gestione dei dati. Per approfondire leggi il capitolo relativo al GDPR nella ricerca “Open Your Data” di Fondazione CRC.
È una metodologia che nasce dalla combinazione di Design Thinking e Lean StartUp tesa a progettare in modo partecipativo il cosiddetto Minimum Viable Product (MVP) di un progetto.
Si tratta di un workshop collaborativo che aiuta un gruppo di persone a comprendere, allineare e pianificare la costruzione del prodotto in modalità “snella”, essenziale e focalizzata. Se vuoi approfondire la metodologia completa puoi leggere il libro del suo ideatore Paul Cairoli.
É una licenza per banche dati offerta dalla Open Knowledge Foundation e nota per essere la licenza con cui sono rilasciati i dati di OpenStreetMap, un progetto collaborativo finalizzato a creare mappe del mondo a contenuto libero.
Più in generale, il tema delle licenze è fondamentale quando si trattano gli Open Data. La scelta più comune? Probabilmente la CC-BY che vincola alla sola attribuzione senza porre altri vincoli: il riuso per finalità commerciali è infatti uno degli assunti base dietro il concetto di Open Data e significa poter beneficiare della nuova conoscenza che deriva dai dati aperti migliorando modelli di business esistenti o individuandone di nuovi. Vuoi saperne di più su Open StreetMap?
Cristiano Giovando, ospite al 1° incontro del laboratorio, ha raccontato la sua esperienza nel team internazionale di Humanitarian OpenStreetMaps Team che utilizza OSM per contribuire allo sviluppo di progettualità territoriali.
È la capacità di tenere traccia della storia e tenere sotto controllo la provenienza di uno specifico prodotto, materia prima e/o asset.
Nel contesto dei dati, si intendono tutte le informazioni che ci permettono di conoscere a chi è attribuita la sovranità del dato ed eventuali modifiche e/o integrazioni effettuate.
Con il termine “Web semantico” coniato dal co-inventore del “WWW” Tim Berners-Lee, si indica la trasformazione del web in un ambiente dove ogni documento (sia esso un testo, un’immagine etc.) è associato a metadati che ne specificano il contesto semantico.
Applicato ai dati, questo principio si concretizza nei cosiddetti Linked Data: Synapta, ospite durante il 2° incontro del laboratorio, ne ha fatto una vera e propria missione (con il motto “Linked Data per davvero”) e spiega qui di cosa si tratta.