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Il digitale per la cultura: le esperienze di Kalatà e di Casa do Menor

Il digitale per la cultura: le esperienze di Kalatà e di Casa do Menor

I progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale sono diventati fondamentali per preservare, valorizzare e rendere accessibili opere e conoscenze. La digitalizzazione non ha solo cambiato il modo in cui accediamo alla cultura, ma ha influenzato profondamente il mondo del lavoro nel settore culturale. In questo articolo presentiamo due esperienze diverse, ma unite dallo stesso obiettivo: adottare soluzioni digitali per un’offerta culturale più ampia e più accessibile.

Kalatà: uscire dagli schemi per vivere l’arte

Kalatà è un’impresa culturale, con sede a Mondovì ma attiva in tutta Italia. Nata dalla passione per la cultura e dall’idea che l’arte debba essere accessibile a tutti, Kalatà è una realtà che si dedica a valorizzare il patrimonio culturale, dando una nuova luce ai tesori architettonici italiani, proponendo percorsi che offrano la possibilità di imparare, di divertirsi, di unire profondità e leggerezza. Fondata nel 2014, nel corso degli anni Kalatà ha intrapreso un percorso di trasformazione. In un panorama di offerte turistiche tradizionali, con guide che illustrano e visitatori che ascoltano, Kalatà ha deciso di cambiare prospettiva, proponendo esperienze di visita molto più immersive, anche grazie ad un linguaggio più accessibile e coinvolgente.

Gestire processi complessi come prenotazioni, organizzazione dei gruppi e fidelizzazione dei clienti, non è stato semplice; se l’intenzione era quella di focalizzarsi su un’offerta nuova, più moderna e più competitiva, era necessario anche un cambiamento che consentisse di ottimizzare questi processi. È stato dunque grazie all’impegno, e ai contributi del PNRR e della Fondazione CRC, che Kalatà ha potuto intraprendere la strada verso una maggiore digitalizzazione, introducendo numerosi cambiamenti. Fra i principali un sito internet più completo, in cui le opzioni di visita sono più chiare, un sistema di prenotazione online semplificato, la possibilità di creare pacchetti di esperienze personalizzate, l’accesso a promozioni e sconti, e l’opzione di coinvolgere amici e lasciare feedback. La digitalizzazione di alcuni processi ha permesso di gestire più facilmente i visitatori, favorendo un processo di fidelizzazione, i cui risultati sono evidenti: fra giugno e settembre, Kalatà ha registrato un incremento di più del 20% dei clienti.

Kalatà ha affrontato un significativo cambiamento organizzativo, superando anche alcune resistenze legate ad un turismo più tradizionale.  L’energia e la determinazione nell’adottare nuove tecnologie, unite alla volontà di “far vivere una storia”, oltre alla semplice visita, hanno spinto Kalatà verso un percorso di crescita e di creazione di un nuovo modello di fruizione del patrimonio.

Casa do Menor: un viaggio dal Brasile al Piemonte, passando per l’arte e l’incontro

La storia di Casa do Menor parte dal Piemonte nel 1978, quando Padre Renato Chiera dalla Diocesi di Mondovì si sposta in quella di Nova Iguaçu, nella periferia di Rio de Janeiro. Fin da subito, il Parroco si impegna nell’aiutare i ragazzi e le famiglie del luogo, soprattutto quelle più in difficoltà, fino alla creazione delle Casa do Menor nel 1986, nome scelto dagli stessi bambini che lì avevano trovato una casa. Casa do Menor “ritorna” in Italia nel 1996, con l’obiettivo di sviluppare progetti per la cooperazione allo sviluppo, mantenendo uno stretto legame con il Brasile. Dal 2020, la sua casa è il Monastero di San Biagio.

Il Monastero non è solo la sede dell’associazione, ma un luogo di grande rilevanza per il territorio, che attira numerosi visitatori grazie alla sua storia e alle iniziative culturali. Eventi come la rassegna Tessere, i festival medievali e il Festival della Leggerezza sono solo alcuni degli appuntamenti che rendono questo luogo vivace e attrattivo. Il fatto di avere un Monastero per sede ha un forte impatto sulla missione e sulla visione culturale di Casa do Menor: così come il Monastero ha attraversato i secoli, raccogliendo storie passate e presenti, anche l’arte che custodisce deve essere capace di intrecciare le narrazioni del passato con le voci contemporanee. È dalla convinzione che l’antico e il moderno si fondano, e che le immagini sacre medievali possano ancora parlarci e trasmettere un messaggio, che nasce la volontà di Casa do Menor di offrire un nuovo approccio all’esperienza del patrimonio culturale.

Attraverso un’intensa fase di progettazione, resa possibile grazie ai finanziamenti del bando Attrazione Risorse della Fondazione CRC e ai contributi del PNRR, è stato avviato un percorso di innovazione digitale e tecnologica per rendere le visite al Monastero più complete, autonome e accessibili. Fra le innovazioni previste vi sono una bacheca multimediale che spieghi l’arte e gli affreschi della Chiesa, due video divulgativi e un tavolo interattivo che permetterà di approfondire la storia e i progetti di Casa do Menor. Inoltre, è in fase di sviluppo un’app che offrirà un percorso di visita autonomo, raccontando la storia e l’arte dell’Abbazia. In collaborazione con un’associazione per non vedenti, si sta lavorando anche a una modalità di visita per chi ha difficoltà visive, per garantire un’esperienza inclusiva per tutti.

Lo scopo ultimo di queste attività è far conoscere il Monastero ed il territorio circostante come luogo di storia e cultura, in cui realtà culturali, sociali e spirituali si incontrano.

Vita da progettista

Nonostante le differenze fra le realtà e i progetti, le esperienze di Kalatà e di Casa do Menor si incontrano su un punto: la digitalizzazione ha liberato il tempo, prima dedicato ad attività di routine, permettendo di impiegarlo in attività più complesse e focalizzate. Questo ha reso possibile offrire un servizio più diversificato e interessante, migliorando l’esperienza complessiva per i visitatori.

Nicola Facciotto, CEO di Kalata, spiega: “In passato, oltre a seguire e gestire le numerose attività di Kalatà, parte del nostro staff doveva dedicare molto tempo a rispondere a chiamate per fornire orari, gestire prenotazioni o modificare appuntamenti. Ora, grazie alla digitalizzazione e all’ottimizzazione di alcuni processi, il nostro team può concentrarsi maggiormente sulla creazione di nuovi percorsi di visita e sul miglioramento dell’offerta esistente, continuando comunque a garantire un servizio di assistenza clienti efficiente e puntuale”.

Le parole di Marco Giusta, Responsabile Monastero di San Biagio, sede di Casa do Menor Italia, in qualche modo gli fanno eco: “una delle ragioni che ci ha spinto a sviluppare un percorso di visita più autonomo e coinvolgente è stata la necessità di ridurre le interruzioni al nostro team da parte dei visitatori in cerca di informazioni. In passato, le richieste frequenti rallentavano il nostro lavoro e, a causa di tempi e spazi limitati, le risposte che potevamo offrire erano inevitabilmente parziali. Questo sistema non soddisfaceva pienamente i visitatori né ci permetteva di concentrarci sulle nostre attività. Ora, con il nuovo approccio, possiamo dedicarci al nostro lavoro, mentre i visitatori possono godere di un’esperienza più ricca e completa, gestendo i loro tempi in autonomia”.

Gli esempi di Kalatà e Casa do Menor dimostrano chiaramente come il digitale possa essere una leva fondamentale per ridefinire l’esperienza culturale, offrendo un nuovo paradigma di fruizione del patrimonio che sia più completo, immersivo e inclusivo.

 


Informazioni tecniche 

TITOLO DEL PROGETTO

Piattaforma digitale Kalatà

PARTENARIATO 

Kalatà (unico beneficiario)

NOME DELLA CALL 

PNRR: M1C3 3.3.2 Sostegno ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale

BUDGET TOTALE E CONTRIBUTI

  • BUDGET PNRR 75.000 €
  • BUDGET FONDAZIONE CRC 6.000 €

DURATA

In corso


TITOLO DEL PROGETTO

Priorato San Biagio – Rigenerazione Spazi Espositivi

PARTENARIATO 

Casa do Menor (unico beneficiario)

NOME DELLA CALL 

PNRR: M1C3 3.3.2 Sostegno ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale

BUDGET TOTALE E CONTRIBUTI

  • BUDGET PNRR 75.000 €
  • BUDGET FONDAZIONE CRC 6.000 €

DURATA

In corso

 

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